Un anno a colori
Il nuovo anno è appena iniziato
pagine bianche sparse sul prato,
pagine bianche, che se ci lavori,
puoi decorarle con mille matite,
sarebbe un peccato lasciarle pulite.
Con l’arancione dei sentimenti
crei giorni speciali, sempre differenti,
con il verde del grande impegno
su ciascun foglio fai un bel disegno.
Con il rosso del gran coraggio
puoi chiudere la porta e rimetterti in viaggio,
con l’azzurro della pazienza
saprai donare la tua presenza.
Con il giallo della determinazione
trasformi ogni foglio in un cartellone,
con il rosa del rispetto
darai l’amore, darai affetto,
e con matite d’argento e d’oro
farai di ogni giorno un capolavoro.
Anche se non sarai perfetto e preciso
metti su ogni foglio almeno un sorriso.
Monica Sorti
Amica scuola
Quando piango, andando a scuola,
la maestra mi consola.
Il mio pianto dura poco
e poi rido, canto e gioco.
Faccio sempre un po’ a ciascuno
e non picchio mai nessuno.
A chi è bravo spesso dico:
“Voglio essere tuo amico!”
Se qualcuno poi mi sputa
non gli dico: “Testa vuota!”
ma lo guardo e all’improvviso
gli regalo un bel sorriso.
Sopra i fogli poi dipingo
e non graffio e neanche spingo.
Quando mangio assaggio tutto,
anche quello che è un po’ brutto.
La mia scuola a volte è chiusa:
forse è stanca e si riposa,
così a casa posso stare…
ma ho già voglia di tornare!
Fonte
L’ amico
“Mamma, a scuola ho un amico
ma un amico, sapessi!
Parla con me,mi dice
tante cose carine!
Mamma, son felice!”
“Mi fa piacere, caro, che
tu abbia trovato un amico.
E, dimmi, come si chiama?”
“Senti,mamma,davvero:
non so come si chiama,
e allora gli ho messo un nome
che ho inventato.
corto così,
ma lui mi risponde lo stesso.
Gli ho dato nome: TU”
Da : mammaebambini
C’è una scuola grande
come il mondo.
Ci insegnano maestre,
professori,avvocati,
muratori,televisori,
giornali,cartelli stradali,
il sole, i temporali,le stelle.
Ci sono lezioni facilie
lezioni difficili,
brutte, belle e così così.
Ci si impara a parlare,
a giocare,a dormire,
a svegliarsi,
a voler bene
e perfino ad arrabbiarsi.
Ci sono esami
tutti i momenti,
ma non ci sono ripetenti:
nessuno può fermarsi a dieci anni,
a quindici, a venti,
e riposare un pochino.
Di imparare non si finisce mai,
e quel che non si sa
è sempre più importante
di quel che si sa già.
Questa scuola è il mondo intero
quanto è grosso:
apri gli occhi e anche tu sarai promosso.
(Gianni Rodari
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Sveglia
Chicchirichì fa il galletto,
cì cì cì fa l’uccelletto,
din don dan fa la campana
sia vicina, sia lontana,
annunciandoci il ritorno
del radioso nuovo giorno.
Si alzan tutti a questo coro
e si avviano al lavoro;
si alza presto il contadino:
va nei campi dal mattino.
Si alza presto l’operaio:
la fatica lo fa gaio.
Si alza pure dal lettino
e va a scuola ogni bambino.
Resta solo nella culla
il piccin che non fa nulla.
( L. Scardaccione)
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Inizia la scuola
Marianna
si mette una gonna,
si mette un maglione,
si infila i calzini
e fa colazione
con fette biscottate e marmellata
per cominciare bene la giornata.
Si avvia di buon passo
e col cuore in gola,
perché stamattina
comincia la scuola.
Marianna,
nella sua cartella
ha messo i pastelli,
l’astuccio, i quaderni,
i libri ed i righelli,
e aggiunge anche uno spuntino
per la merenda di metà mattino.
Marianna
Sulla porta
l’accoglie la bidella:
-Svelta Marianna!
Suona la campanella-.
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SI RIPARTE
di Germana Bruno
Mare, boschi, campi e monti,
son finite le vacanze,
per la scuola siamo pronti,
che si aprano le danze.
Di quei luoghi straordinari
porto in cuore le emozioni,
cambieranno gli scenari,
tra dettati ed addizioni.
Con il vento e il sole caldo,
l’acqua limpida del mare,
son più carico e spavaldo,
sono pronto ad imparare.
Sono pronto alla partenza,
ho una gran valigia in mano,
piena di nuova esperienza
per andare più lontano
su di un treno in cui i vagoni
sono colmi di persone
con cui vivere emozioni
fino a prossima stazione.
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E DOPO L’ESTATE?
Come aquiloni
spinti dagli ultimi venti d’estate
tornano i bambini al primo giorno di scuola.
Sui banchi si aprono freschi ricordi:
il caldo sapore del sole,
battaglie con onde di mare,
castelli e fossati di fragile sabbia.
Punte di sassi che sfiorano il cielo,
fragili ed uniche stelle di monti,
musi di vita sognati tra i boschi.
In questo primo giorno di scuola
vive ancora l’estate.
Esplodono,
nel vociare convulso ma allegro,
nelle risate fragorose ma vere,
tutti i sogni vissuti o pensati
in un ultimo addio all’estate.
E domani…?
Ricomincia la scuola.
Di Vincenzo Riccio
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La scuola
di Roberto Piumini
Vado a Scuola, vedo amici,
gioco, parlo, imparo, rido,
più si è, più si è felici:
degli amici io mi fido.
La maestra ha bei capelli
è un’amica un po’ più grande
lei ci insegna ritornelli,
lei risponde alle domande.
vado a Scuola, vedo cose,
le disegno con colori,
sento storie misteriose,
e alla fine torno fuori.
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Le maestre salutano così
(da:”Una scuola intorno a noi” Tresei)
A tutti va il nostro saluto
ed un lieto benvenuto
al bambino e al genitore
che hanno forse il batticuore
una carezza e una stretta di mano
ed insieme andremo lontano
qui a scuola sotto un unico tetto
piano piano passetto passetto.
Le maestre salutano così
la mattina di ogni dì!
da aggiustare
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Cortile silenzioso
Ma ch’è stato? Ch’è avvenuto?
Incantesimo? Prodigio?
Il cortile s’è fatto muto,
muto e triste, solo e grigio.
Son tornati tutti a scuola,
sono intenti ad imparare,
le vacanze son qualcosa,
già lontane da sognare……
Filippo Falsina
………………………………………..
A scuola
Tu non sai, ma gli uccellini
hanno il cuor come i bambini:
come i bimbi vanno a scuola
sopra i pini
sopra i peri.
Se non sanno la lezione
(che sarebbe una canzone
sempre nuova)
prendon certi brutti zeri
tondi tondi come l’ova.
E nell’ora della sera,
quando suona n le campane,
sopra i borghi sulle piazze,
con un dolce pigolio
dicon tutti la preghiera
che va su nel cielo a Dio:
buona, docile, leggera.
Renzo Pezzani
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Primo giorno di scuola
Primo giorno, tutti in festa!
I volti emozionati dei bambini,
ancora coloriti dall’ estate,
angelici come tanti serafini!
le voci son cinguettii d’ uccelli,
pigolii felici di pulcini.
In ogni petto i palpiti più belli,
presto un cuor solo, si sentono fratelli.
Filippo Falsina
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A scuola
A scuola siamo in tanti,
si fanno giochi e canti,
racconti e burattini:
la scuola è dei bambini.
Nel parco c’è chi corre,
chi va sopra la torre,
chi fa lo scivolone,
chi mangia torrone.
Nel gioco del mercato
io compro e dopo vendo;
quello che ho guadagnato
di nuovo me lo spendo.
Con il mio corpo-palla
rotolo e poi rimbalzo
affondo e torno a galla
mi abbasso e poi mi alzo.
Da qui, da lì, da là
uscite un pò di casa!
A scuola ci si sta!
A scuola è un’ altra cosa!
L’ albero azzurro
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Finalmente ecco la scuola
Il giorno dell’inizio è già arrivato
e indossi il grembiulino di bucato.
I bimbi hanno cestini o zainetti.
E dentro tu lo sai cosa ci metti;
la gomma, le matite colorate,
le forbici con le punte arrotondate.
In classe la lavagna trovi pure
e i cartelloni pieni di figure.
si ritaglia, si incolla, si colora,
così si cambia gioco ad ogni ora.
E che divertimento la lettura,
che usto con i conti e la scrittura!
quante scoperte splendide da fare,
quante storie stupende da ascoltare!
E poi è bello stare in compagnia
di amici vecchi e nuovi, in allegria.
Con loro parli, ridi e canti in coro.
Allora buona scuola… e buon lavoro!
Vivian Lamarque
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Questa mattina nello zainetto
sai tu che cosa ci metto?
Non i quaderni e l’astuccio firmato,
né per merenda il cioccolato.
Prova a guardare con attenzione,
vi troverai forse un pallone?
Quel che mi serve per questa avventura
sarà per te novità sicura:
un fascio lucente di FANTASIA,
un pizzico o più di ALLEGRIA,
tanta AMICIZIA da regalare
e tanta VOGLIA di IMPARARE!
da Attentiaibambini
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Di nuovo insieme
Vado a scuola
come a una festa
con tante idee
dentro la testa:
idee nuove
da pionieri
per tracciare
grandi sentieri
idee forti
da guerriero
per conquistare il mondo intero.
E se una cosa
oggi va storta
a me che importa?
Proverò domani
con un’ idea
di scorta.
Patrizia Ceccarelli
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Ciao mamma
Ciao mamma, vado a scuola,
ma non ti lascio sola.
Quando a casa tornerò,
tanti baci ti darò.
Ciao mamma, vado a scuola!
HO indossato già il grembiule
i balocchi ho riposto nel baule.
Lo zainetto è pieno zeppo di pastelli,
quaderni, penne e pennarelli
Non farò mai più capricci
e non combinerò pasticci!
Mai più farò il monello
ma sarò un alunno modello!
Elisa Coppola
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FILASTROCCA DI CASA E DI SCUOLA
A casa io gioco
A scuola io faccio
A casa è il mio fuoco
A scuola è il mio abbraccio
A casa c’è Mamma
A scuola Maestra
A casa TV
A scuola finestra
A casa io sono
A scuola divento
A casa c’è sole
A scuola c’è vento
A casa io chiedo
A scuola rispondo
A casa c’è il nido
A scuola c’è il mondo
Bruno Tognolini
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Filastrocca delle maestre
Maestra, insegnami il fiore ed il frutto
Col tempo, ti insegnerò tutto
Insegnami fino al profondo dei mari
Ti insegno fin dove tu impari
Insegnami il cielo, più su che si può
Ti insegno fin dove io so
E dove non sai? – Da lì andiamo insieme
Maestra e scolaro, un albero e un seme
Insegno ed imparo, insieme perché
Io insegno se imparo con te
Bruno Tognolini
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Filastrocca settembrina
Filastrocca settembrina,
già l’autunno si avvicina,
già l’autunno per l’aria vola
fin sulla porta della scuola.
Sulla porta c’è il bidello,
che fischietta un ritornello,
poi con la faccia scura scura
prova la chiave nella serratura,
prova a suonare la campanella…
Bambino, prepara la cartella!
G. RODARI
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Il primo giorno di scuola
Suona la campanella
scopa scopa la bidella,
viene il bidello ad aprire il portone,
viene il maestro dalla stazione
viene la mamma, o scolaretto,
a tirarti giù dal letto…
Viene il sole nella stanza:
su, è finita la vacanza.
Metti la penna nell’astuccio,
l’assorbente nel quadernuccio,
fa la punta alla matita
e corri a scrivere la tua vita.
Scrivi bene, senza fretta
ogni giorno una paginetta.
Scrivi parole diritte e chiare:
Amore, lottare,lavorare
Gianni Rodari
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LA scuola
Vado a Scuola, vedo amici,
gioco, parlo, imparo, rido,
più si è, più si è felici:
degli amici io mi fido.
La maestra ha bei capelli
è un’amica un po’ più grande
lei ci insegna ritornelli,
lei risponde alle domande.
vado a Scuola, vedo cose,
le disegno con colori,
sento storie misteriose,
e alla fine torno fuori.
Roberto Piumini
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FILASTROCCA SCACCIA-TRISTEZZA
GLI ALUNNI DELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA DI VIGHIZZOLO DI MONTICHIARI (BS)
Se la tristezza vuoi scacciare,
ecco cosa devi fare:
1 Suona una chitarra vera,
ti senirai più leggera.
2 Apri con la chiave il cuore
perchè dentro troverai tanto amore
3 Trova amici e amiche
perchè sono più felici
4Ascolta il gallo fare chicchirichì
al sorgere di ogni dì
5 Compra una racchetta
a forma di forchetta
6 Metti dei bianchi occhiali:
vedrai tutti speciali
7 non pensare ai chili
quando tutti son gentili
8 Esci dalla tua stanza
e fai una grande danza!!!!!!!!!!
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Le maestre salutano così
A tutti va il nostro saluto
ed un lieto benvenuto
al bambino e al genitore
che hanno forse il batticuore
una carezza e una stretta di mano
ed insieme andremo lontano
qui a scuola sotto un unico tetto
piano piano passetto passetto.
Le maestre salutano così
la mattina di ogni dì!
(da:”Una scuola intorno a noi” Tresei)
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Filastrocca della scuola
Filastrocca della scuola
piena di bimbi non è mai sola.
Qui tante cose tu puoi imparare
e con gli amici insieme “volare”.
È tanto bello quando si è amici,
crescere insieme, sentirsi felici.
Mille bambini di mille nazioni
insieme vivono tante emozioni
Fonte
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Un posto per tutto
Un posto per le matite, i fogli, i colori,
uno per i libri e i loro lettori.
Un posto per le auto, i pupazzi e i soldatini,
un posto per le bambole, gli orsi e i cuscini.
Un posto per il collage, il pongo, gli acquerelli,
uno per la plastilina e uno per i pastelli.
Uno spazio per i salti e per una capriola.
Quanti posti nella classe…
e che bello andare a Scuola!
(Corinne Albaut)
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Filastrocca della scuola
Filastrocca della Scuola
dove il tempo passa, vola!
Si sta bene con gli amici
sui quaderni a far cornici,
a giocar nell’intervallo
a inventare un nuovo ballo,
ad attender la pagella,
anche se non troppo bella,
perché è “super”, in compagnia,
condivider l’allegria!
Marzia Cabano
…………………………………………..
Una giornata alla scuola dell’infanzia
Alla mattina la sveglia è suonata,
inizia presto la mia giornata,
indosso la tuta e il grembiulino,
bevo il latte con un panino,
mi infilo le scarpe e metto il giubbino
poi salgo veloce sul mio pulmino.
A scuola gioco in allegria,
canto e rido in compagnia,
dipingo e incollo con attenzione,
alleno la mia concentrazione.
A mezzogiorno è ora di mangiare
poi tutti a nanna a riposare
fino all’ora della merendina
quando arriva la mia mammina!
Rita Sabatini
………………………………………………….
Una scuola strepitosa
Andare a scuola è strepitoso,
ogni giorno è avventuroso:
puoi dipingere con i pennelli,
con le dita e gli acquerelli,
puoi incollare carte e cartine,
puoi modellare le ciotoline,
puoi ascoltare storie bellissime
con principesse elegantissime,
puoi fare mille esperimenti,
puoi conoscere nuovi argomenti.
Allora cosa aspetti ad arrivare?
Presto, tutti pronti ad imparare!
Rita Sabatini
……………………..
Bambini a scuola
Oh, l’ala del tempo ben rapida vola!…
finita è l’estate, si torna alla scuola.
Bisogna lasciare i laghi tranquilli,
le verdi vallate dai freschi zampilli,
le morbide rene, i tuffi nell’onde
che il vento ricama di trine gioconde,
i colli beati smaltati di fiori,
le vigne fragranti, i boschi canori,
le corse frementi per prati ed aiuole!
Bambini, bambine: si apron le scuole!
Su via, non torcete le bocche soavi;
non fate le bizze: vi voglio più savi.
Se dopo il lavoro più lieto è il piacere,
è giusto che a questo poi segua il dovere.
Or dunque togliete dai vostri cassetti
i bianchi quaderni, i libri, i righetti,
le penne, i compassi, ed ilari e franchi,
correte a sedervi sui soliti banchi.
La scuola, materna, le braccia vi schiude
e al dolce suo seno felice vi chiude.
E voi salutatela col cuore canoro:
è bello in letizia tornare al lavoro.
Io, giunto alla fine di questo preludio,
depongo la penna…
Bambini, buon studio.
Poesia di Gino Striuli
…………………………………….
Compagni di banco
Oh, Poggiolini! Lo rivedo ancora
con quel suo mite sguardo di fanciulla,
e lo risento chiedermi un nonnulla
con una voce che… non so… m’accora.
Che cosa vuoi? Son pronto a darti tutto:
un pennino, un quaderno, un taccuino,
purché tu venga per un po’ vicino
al cuore che ti cerca dappertutto.
Oh non venirmi accanto come sei
ora: avvocato, chimico, tenente,
ché cercheresti invano nella mente
il mio ricordo dandomi del lei!
lo non voglio saper, fratello, come
passaron gli anni sopra la tua vita:
voglio l’occhiata timida e smarrita
che rispondeva, un giorno, al tuo cognome.
Voglio che tu mi renda per un’ora
la parte del mio cuor che tu non sai
di posseder, da tanto tempo ormai!
e noi saremo i due compagni ancora!
Noi siederemo ad uno stesso banco
riordinando i libri a quando a quando,
e rileggendo un compito, e guardando
sul tavolino un grande foglio bianco…
Il registro, a cui tutti eran diretti,
quando c’interrogavano, gli sguardi;
io lo sapevo a mente… Leonardi,
Massari, Mauri, Méngoli, Moretti…
Il registro coi voti piccolini
nelle caselle dietro i nomi grandi,
tu lo sapevi a mente… Nolli, Orlandi,
Ostiglia, Paggi, Poggi, Poggiolini…
Dio, che tristezza ricordare questi
nomi d’ignoti a cui demmo del tu!
nomi che non si scorderanno più,
perché in fila così, perché modesti!
O Poggiolini, che fai tu, che pensi?
Forse tu vivi in una tua casina
odorata di latte e di cedrina,
e sguardi e baci ai figli tuoi dispensi!
Forse la sera giuochi la partita
fino alle dieci e mezzo (anche più in là!)
con la moglie, la suocera… e chissà,
forse con Poggi o Méngoli! …La vita!
lo nulla. Quello che fu mio lo persi
strada facendo, quasi inavvertitamente;
e adesso, se ho un foglio e una matita,
faccio – indovina un po’ – faccio dei versi!
Poesia di Marino Moretti
………………………………………….
Ritorno a scuola
Oh, sì! prendiamo la cartella scura,
il calamaio in forma di barchetta,
i pennini, la gomma e la cannetta,
la storia sacra e il libro di lettura…
Andiamo, andiamo! Il tema è messo in bella!
Andiamo, andiamo! Il tema è messo in buona!
Dio, com’è tardi! La campana suona…
Fra poco suonerà la campanella…
Ma che dico? E’ domenica, è vacanza!
non c’è scuola, quest’oggi: solamente
c’è da imparare un po’ di storia a mente,
soli, annoiati, nella propria stanza…
Poesia di Marino Moretti
IL primo giorno di scuola per i bambini, in modo particolare per quelli di tre anni al loro primo ingresso,è traumatico e stressante .Sarebbe carino ridurre lo stato di ansia addobbando l’ aula con tanti palloncini colorati e con tanti personaggi creati con gli stessi.
Simpatica è l’idea di inserire musica di sottofondo di cartoni animati , dello zecchino d’ oro e di sigle televisive amate dai bambini.
La musica servirebbe anche a ridurre l’ agitazione dei genitori ,molto più preoccupati dei piccini e desiderosi di rassicurazioni da parte dell’ insegnante.
UNITA’ DIDATTICA:ACCOGLIENZA
Progettare il momento dell’accoglienza permette ai bambini di affrontare il nuovo anno scolastico con positività
Affinchè i bambini non si sentano esclusi ed isolati dagli altri, è necessario far conoscere il proprio nome
A tale scopo proponiamo giochi di presentazione:
Io sono…e mi piace
-Facciamo disporre i bambini seduti in cerchio
-Chiediamo loro di alzarsi e gridare il loro nomee la cosa che preferiscono(uno alla volta)
-La prima ad alzarsi sarà l’insegnante
Per facilitare l’inserimento e i primi approcci di socializzazione si possono proporre canti e giochi con il girotondo
Conosciuto in tutto il mondo, il girotondo rappresenta il primo contatto di comunicazione ed è adatto anche ai più piccoli
LA BELLA LAVANDAIA
La bella lavandaia
che lava i fazzoletti
per i poveretti di tutta la città.
Fai un salto,
fanne un altro,
fai la giravolta
falla un’altra volta.
Guarda in su,
guarda in giù
dai un bacio a chi vuoi tu
Facciamo disporre i bambini in cerchio per mano
facendo il girotondo cantano
Un bambino più grande impersona la lavandaia mettendosi al centro del cerchio
Il bambino al centro del cerchio imita le azioni indicate da canto
IL bambino che viene baciato impersona la lavandaia
Ricomincia il girotondo
E’ di estrema importanza acquisire la capacità di orientarsi e familiarizzare con l’ambiente -scuola e creare un legame affettivo ed emotivo positivo con esso
Proponiamo LA DANZA DEL SERPENTE
L’insegnante presenta la storia di un serpente che scende dalla montagna per ritrovare i pezzettini smarriti della sua coda
-I bambini disposti in fila formano il serpentello
-Durante il percorso cantano:
Questa è la danza del serpente
che vien giù dalla montagna
per ritrovare la sua coda
che perse un dì
-Entrando in un ambiente chiedono
E’ forse qui
quel pezzettin
del mio codin?
Durante la visita all’ edificio, l’ insegnante presenterà la funzione e la caratteristica di ogni ambiente
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